ieri è venuto a trovarmi un professore universitario. non somigliava a Dorothy Healey. ma sua moglie, una poetessa peruviana, era piuttosto carina. motivo della visita: era stufo della cosiddetta NUOVA POESIA, ch'era sempre la stessa cosa fritta e rifritta. la poesia costituisce ancora la phi grossa "cosca snob" del settore artistico: piccoli gruppi di poeti lottano fra loro per il potere. secondo me il clan phi agguerrito che si sia mai formato è il vecchio gruppo della MONTAGNA NERA, estremamente snob. e Creeley è tuttora temuto, nelle università e fuori - temuto e riverito - più di qualsiasi altro poeta. poi abbiamo gli accademici che (come Creeley) scrivono con molta cura formale. in sostanza, la poesia generalmente accettata, oggi, ha una specie di rivestimento di vetro, liscio e scivoloso: all'interno dell'involucro, consiste in una giustapposizione di parole, una dopo l'altra, una somma metallica e inumana di parole, semi-arcane. si tratta di una poesia per milionari e gente grassa e oziosa, quindi ha i suoi fautori e sopravvive perché (qui sta il segreto) chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori e vada a farsi friggere. però è una poesia fiacca, così monotona, cosi noiosa, che la noia e l'opacità sono scambiate per significati reconditi: il senso è nascosto cosi bene, così bene che non c'è. non c'è nessun significato. ma se tu non ce lo trovi, manchi di sensibilità, manchi di anima, e COSl via, sicché TI CONVIENE TROVARLO ALTRIMENTI NON SEI DEI NOSTRI. eppoi se non lo trovi, STA' ZITTO.
frattanto, ogni due tre anni, qualcuno che appartiene al mondo accademico e vuoI conservare il suo posto in codesta struttura (se pensate che il Vietnam è un inferno, dovreste vedere le battaglie che infuriano fra questi cosiddetti cervelloni, intrighi e congiure e battaglie per il potere, all'interno delle loro conventicole) tira fuori una nuova raccolta delle stesse vecchie poesie e, all'involucro di vetro, senza ·visceri,. appone l'etichetta NUOVA POESIA o NUOVISSIMA NUOVA POESIA, ma si tratta sempre dello stesso mazzo di carte segnate.
insomma, quel prof era evidentemente un baro. mi disse che era stufo del gioco e voleva portare alla ribalta voci nuove, nuove forze creative. lui aveva le sue idee. ma mi chiese chi - secondo me - stesse scrivendo la VERA nuova poesia. chi fossero i poeti e che roba scrivessero. non sapevo che rispondergli, sul serio. li per li mi sovvennero alcuni nomi Steve Richmond, Doug Blazek, Al Purdy, Brown Miller, Harold Norse e COSl via - ma poi mi resi conto che era gente che io conoscevo personalmente, o con cui ero in corrispondenza. mi morsicai la lingua. se facevo quei nomi, eravamo di nuovo sul piano della MONTAGNA NERA, del gruppo chiuso e "in." e ècosi che comincia la morte. un tipo di gloriosa morte personale, ma lostesso non va bene.
Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia
Enza - piero golia c'era, acrilico su tavola - Gianluca Salvati 1996 |
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