mercoledì 28 ottobre 2015

Sintesi del pensiero anarchico | Proudhon, Bakunin e Kropotkin

Anarchismo: movimento politico sviluppatosi in Europa nell’Ottocento ad opera di teorici di nazionalità diverse e tendente a instaurare una società in cui gli individui siano totalmente liberi da condizionamenti economici, politici, sociali e religiosi. Tale libertà assoluta richiede: l’abolizione del governo e dello Stato, in quanto poteri estranei e incombenti dall’alto; la collettivizzazione della  proprietà dei mezzi di produzione (essendo la proprietà privata uno strumento di sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo); e il massimo decentramento dell’amministrazione, onde consentire agli individui e ai gruppi di organizzare nel modo più rispondente ai loro interessi sia la produzione che la distribuzione della ricchezza. Il mezzo per la realizzazione dell’anarchia è la rivoluzione, che deve limitarsi però all’eliminazione degli istituti del capitalismo senza instaurare alcun altro potere centralizzato (a differenza del programma marxista che prevedeva la dittatura del proletariato come fase transitoria verso la soppressione delle classi sociali e l’instaurazione della società senza classi).
Le idee dell’anarchismo furono elaborate soprattutto dal francese P.-J. Proudhon (1809-1865) e dai russi M. A. Bakunin (1814-1876) e P. A. Kropotkin (1842-1921). Il primo propose fra l’altro la sostituzione del salario con una retribuzione calcolata in proporzione al lavoro prestato (in modo da eliminare lo sfruttamento) e varie misure mutualistiche (come l’istituzione della cooperazione, del credito gratuito e di una “banca del popolo”).
Il secondo, diffondendo le idee di Proudhon fra le prime organizzazioni operaie, sostenne la necessità di combattere ogni forma di centralismo, respinse la lotta politica e il suffragio universale come strumenti inadeguati di emancipazione e propugnò invece il metodo dell’insurrezione. La proprietà collettiva delle materie prime e degli strumenti di lavoro (fatta salva solo quella delle cose personali) avrebbe dovuto proteggere gli individui dallo sfruttamento, consentendo in tal modo il libero sviluppo della personalità.
L’anarchismo si scontrò in seno alla Prima Internazionale (1864) con la componente marxista, che riuscì ad espellerlo al congresso dell’Aia del 1872. Nei decenni successivi si verificò una lenta crisi del movimento anarchico a favore della concezione elaborata da Marx ed Engels, e il passaggio di alcune frazioni all’azione terroristica che fece vittime in vari paesi (compresa l’Italia, con l’assassinio di re Umberto I nel 1900) e negli Stati Uniti.
Scrittori e opere, Marchese/Grillini – ed. La Nuova Italia


Michail Aleksandrovič Bakunin, rivoluzionario, filosofo e anarchico

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